L’Old Firm più violento di sempre

L’Old Firm è considerato da molti il derby più bello al mondo, mentre secondo altri è semplicemente quello più sentito.
Sarà banale, ma nessuno potrà negare che si tratta di un derby unico.
Il contrasto tra i due club riguarda molteplici aspetti: culturali (Celtic filo-irlandesi, Rangers filo-britannici), politici (Celtic filo-indipendentisti, Rangers filo-unionisti) e soprattutto religiosi (Celtic cattolici, Rangers protestanti).
La rivalità e l’odio tra le due tifoserie non riguarda quindi solo gli aspetti prettamente calcistici, ma è sotto la pelle dei tifosi delle due squadre: per questo, ci sono stati tantissimi episodi di violenza nel corso degli anni, dentro e fuori dal campo. Ma avete mai sentito parlare dell’Old Firm più violento di sempre?

L’ultima spiaggia per entrambe
Come ben saprete, Celtic e Rangers hanno vinto circa il 70% dei trofei principali in Scozia. Con 3 trofei assegnati in ogni stagione (campionato, Coppa di Scozia e Coppa di Lega), è molto difficile che le due squadre arrivino all’ultimo trofeo stagionale, la finale di Scottish Cup che disputa il sabato dopo la fine del campionato, senza aver alzato almeno un trofeo.
Eppure a volte è andata così. Correva la stagione 1979/80. Celtic e Rangers non se la passavano proprio benissimo. Il Celtic era campione di Scozia in carica, ma non era riuscito a bissare il successo in quella stagione, finendo ad un punto di distanza dall’Aberdeen, che aveva conquistato il titolo dopo 25 anni di astinenza. I Rangers avevano fatto addirittura peggio, terminando fuori dalla top-4, uno dei rarissimi casi nel secondo dopoguerra.
In League Cup le due squadre erano state entrambe eliminate dall’Aberdeen, che poi a sua volta avrebbe perso la finale contro gli acerrimi rivali del Dundee United al replay. La cosa incredibile è che l’Aberdeen ha battuto sia Rangers (al terzo turno) che Celtic (ai quarti di finale) sia a Pittodrie che a Glasgow, dimostrando una netta superiorità.
In Scottish Cup però era andata in maniera differente. I Rangers avevano eliminato prima ai quarti il Dundee United, poi in semifinale l’Aberdeen e in finale trovarono proprio il Celtic che aveva superato senza grossi problemi il Greenock Morton ai quarti e l’Hibernian in semifinale.
Era comunque un buon Celtic, guidato dal grande Billy McNeill e che in Coppa dei Campioni era stato eliminato ai quarti di finale incredibilmente dal Real Madrid, dopo aver vinto 2-0 l’andata a Celtic Park ma subendo la clamorosa rimonta al Bernabeu di fronte a 110.000 spettatori nel ritorno (3-0). I Rangers guidati dal grande John Greig, leggenda del club da calciatore negli anni ’60 e ’70 ma non altrettanto vincente da manager, erano entrati in una spirale negativa che li porterà ad un’astinenza dal titolo di campioni di Scozia dal 1978 al 1987. Un’eternità per un club come i Rangers.
Una zampata decisiva

Come detto, il 10 maggio 1980, Celtic e Rangers si fronteggiarono in una delicatissima e infuocata finale di Scottish Cup. Il sito dell’incontro era un Hampden Park (ovviamente) esaurito in ogni ordine di posto.
Nonostante il Celtic fosse finito sopra ai Rangers in classifica, i favoriti dai bookmakers erano proprio i Light Blues, a causa delle pesanti assenze negli Hoops di Tom McAdam, Roddie MacDonald and Jim Casey.
La partita fu contrassegnata dalla tanta paura di perdere e scivolò ai supplementari dopo uno scialbo 0-0. Ad inizio secondo tempo supplementare, il punto di svolta: azione d’attacco del Celtic, tiro di Danny McGrain fuori dallo specchio della porta difesa da Peter McCloy ma deviato in rete da una zampata del centravanti biancoverde George McCluskey. E’ la rete decisiva: il Celtic vinse così la sua Scottish Cup numero 26.

Scene da Apocalypse Now
“E’ come una scena di Apocalypse Now… E’ l’equivalente di Passchendaele ed è un immagine pessima per il calcio scozzese. Non prendiamoci in giro: questi tifosi si odiano a vicenda!”
Archie MacPherson, telecronista della finale
Ma l’aspetto sportivo passò in secondo piano visto quello che successe dopo il fischio finale della partita, con le due tifoserie che si scontrarono sul campo di gioco e la polizia a cavallo tentò di disinnescare i problemi, che furono in gran parte attribuiti all’eccessivo consumo di alcol.
Andiamo con ordine. Dopo aver vinto la partita, i giocatori del Celtic andarono a festeggiare con i loro sostenitori, come era prassi normale. La SFA aveva dato ad entrambe le squadre il permesso di sfilare il trofeo della Coppa di Scozia sul campo dopo la partita, in quanto avevano recentemente installato una recinzione perimetrale alta 3 metri intorno a Hampden. Alcuni dei sostenitori del Celtic scavalcarono le recinzioni e si unirono ai giocatori sul campo. Un’indagine del comitato esecutivo della SFA ha rilevato che questa invasione iniziale del campo era “una spontanea, anche se fuorviata, espressione di gioia.”
Alcuni dei tifosi dei Rangers erano rimasti sugli spalti, nonostante la sconfitta della loro squadra, invece che abbandonare lo stadio per non vedere i rivali alzare il trofeo come succede di solito. Uno dei tifosi del Celtic corse sotto la curva occupata dai tifosi dei Rangers, e calciò un pallone nella porta sotto la curva. In risposta, alcuni tifosi dei Rangers invasero il campo per caricare i tifosi del Celtic, che a loro volta affrontarono i loro rivali. Mattoni, bottiglie e lattine furono lanciati verso gli “avversari”, con i tifosi che usavano come armi barre di ferro e doghe di legno da telai di terrazzamento.
La polizia si fece trovare impreparata e aveva insufficienti unità all’interno dello stadio per sedare i tumulti e ci vollero diversi minuti affinchè la situazione si potesse risolvere.
Le conseguenze

Entrambi i club furono multati di 20.000 sterline dopo gli incidenti e più di 200 tifosi furono arrestati. Il Celtic accusò la polizia di Strathclyde per la loro gestione della rivolta. La maggior parte degli agenti di polizia in servizio erano fuori dallo stadio dopo la partita, per prevenire eventuali problemi nelle strade che circondano Hampden Park. Ricordate le recinzioni perimetrali di cui parlavamo prima? Furono descritte come completamente inadeguate. La polizia incolpò i tifosi del Celtic per il disordine, una posizione che la dirigenza dei Rangers condivise appieno. In risposta, il Celtic citò l’ostilità di fondo tra i due gruppi di tifosi, causata dal settarismo a Glasgow. Il presidente del Celtic, Desmond White, parlò del fatto che il Celtic schierato un misto di cattolici e protestanti nella loro squadra, deducendo che il problema non è stato causato dal suo club.
George Younger, il Segretario di Stato per la Scozia, diede la colpa al consumo di alcol da parte dei tifosi.
Nei mesi successivi, il Parlamento approvò un atto che vietò la vendita di bevande alcoliche all’interno degli stadi scozzesi. Il divieto è stato parzialmente revocato nel 2007 dal segretario di gabinetto per la giustizia Kenny MacAskill, per consentire la vendita di alcolici in occasione delle partite internazionali di rugby giocate allo stadio Murrayfield.
E nel calcio? Il divieto persiste tutt’ora, a distanza di 41 anni. Ci sono state nel corso degli anni diversi tentativi di ripristinare il consumo di alcol anche durante le partite di calcio e una piccola apertura c’è stata dalla finale di Scottish League Cup 2011, disputata, guarda caso, proprio da Celtic e Rangers, in cui è stato permesso il consumo illimitato di alcol all’interno dei box di ospitalità Vip all’interno di Hampden Park. Ma negli altri stadi e negli altri settori di Hampden ancora nulla…