Una maledetta gita nelle Highlands

L’Inverness Caledonian Thistle è un club giovane, frutto della fusione nel 1994 tra due dei tre club principali della città, ovvero il Caledonian e l’Inverness Thistle, mentre il terzo, il Clachnacuddin, ha rifiutato di “fondersi” e ha preferito continuare a camminare con le sue gambe, continaundo la sua storia che dura ormai da 136 anni.
Ma, tornando al nostro Inverness Caledonian Thistle, nonostante una storia di appena 27 anni, la squadra ha già regalato diverse gioie ai propri tifosi, conquistando due promozioni in massima serie (nel 2004 e nel 2010), due finali di coppe nazionali (una persa in League Cup nel 2014, una vinta in Scottish Cup nel 2015), tre Challenge Cup vinte (nel 2004, 2018 e 2020), il debutto nel calcio europeo (nel 2015) e soprattutto diverse vittorie di prestigio contro grandi club.
Come quella del 4 maggio 2011…
Una gran bella squadra

Correva la stagione 2010/11 e il Celtic si stava avviando a vincere, anzi a rivincere, il suo 43° titolo di Scozia, dopo 3 anni di dominio dei Rangers, con quest’ultimi però sull’orlo di una crisi finanziaria che li avrebbe portati al fallimento un anno più tardi.
Il Celtic, allenato da Neil Lennon era una gran bella squadra. In quella stagione aveva realizzato la vittoria più larga della storia della SPL, un 9-0 rifilato al povero Aberdeen il 6 novembre 2010. In porta c’era un giovane rampante Fraser Forster, allora 23enne e in prestito dal Newcastle United. La linea difensiva era composta dal terzino destro Mark Wilson, da due centrali difensivi di un certo spessore come lo svedese Daniel Majstorovic e Charlie Mulgrew e dal terzino sinistro honduregno Emilio Izaguirre, eletto giocatore dell’anno dai propri tifosi.
A centrocampo i mediani erano Scott Brown, all’epoca già capitano da più di un anno, e il nazionale gallese Joe Ledley, con il sudcoreano Ki Sung-Yeung e il talentuoso israeliano Beram Kayal come alternative.
Gli esterni d’attacco erano talentuosissimi: i titolari ovviamente erano gli scozzesi Kris Commons e Shaun Maloney, con il giovane James Forrest e il nazionale nordirlandese Paddy McCourt come primi cambi.
L’attacco era atomico: Anthony Stokes (19 gol in quella stagione), Gary Hooper (22 gol) e l’immenso Georgios Samaras.
Di fronte quel giorno al Caledonian Stadium c’era un Inverness neopromosso e che, terminando la Premier League al settimo posto, aveva fatto una stagione veramente strepitosa, considerato che fino all’anno prima era in First Division. Gli elementi di maggior spessore erano irlandesi: il capitano Richie Foran, l’ala Aaron Doran (che milita ancora nei Caley Jags) e soprattutto l’esterno Jonny Hayes e il centravanti Adam Rooney.
La partita, nonostante il Celtic fosse nella top-6 e l’Inverness nella bottom-6, si disputò durante il post-split a causa degli impegni in Scottish Cup del Celtic durante la stagione regolare.
Tutto nelle mani degli Hoops

Il recupero si disputò nella settimana tra la quart’ultima e la terz’ultima giornata di campionato.
Il Celtic, nell’ultimo Old Firm stagionale, era riuscito a strappare un ottimo pareggio ad Ibrox che gli aveva permesso di rimanere al secondo posto ad un punto dai Light Blues, ma con il titolo nelle loro mani perchè, vincendo il recupero ad Inverness, gli Hoops avrebbero messo la testa avanti in classifica forse definitivamente.
I favori del pronostico erano tutti dalla parte biancoverde, con il Celtic che aveva battuto l’Inverness nel match inaugurale della stagione (1-0) ma soprattutto aveva eliminato i Caley Jags sia dalla League Cup (6-0 a Celtic Park) che dalla Scottish Cup (2-1 ad Inverness). Per l’Inverness, invece, da ricordare il 2-2 strappato in campionato a Celtic Park, con due reti realizzate negli ultimi 20 minuti.
Una sconfitta tragica e inaspettata

(PRESS ASSOCIATION Photo. Picture date: Wednesday May 4, 2011. See PA story SOCCER Inverness. Photo credit should read: Lynne Cameron/PA Wire. EDITORIAL USE ONLY)
La partita è stata fin da subito elettrizzante. Dopo appena 7 minuti, l’Inverness passò a sorpresa in vantaggio grazie ad un’autorete di Charlie Mulgrew, che deviò alle spalle di Forster un tiro di Adam Rooney, ma due minuti più tardi un gran tiro dai 18 metri di Kris Commons ristabilì l’equilibrio. Nei restanti minuti del primo tempo, il Celtic andò ripetutamente vicino al vantaggio con i tentativi ancora di Commons, Stokes e Hooper, ma anche l’Inverness sfiorò il vantaggio con Rooney, anticipato in uscita da Forster.
L’inizio del secondo tempo si rivelò sorprendente e decisivo: calcio d’angolo di Doran, controllo e tiro mancino di controbalzo del difensore dell’Inverness, Grant Munro, e nuovo vantaggio rossoblù. Nove minuti più arrivò tardi la rete decisiva. Majstorovic libera debolmente di testa, sulla palla si avventa Nick Ross che scodella in area per il bomber Shane Sutherland, che di sinistro trafigge l’incolpevole Forster. 3-1 Inverness!
A quel punto il Celtic si è disunito e i suoi tentativi di rimonta sono risultati vani. Anzi, è stato Adam Rooney ad avere la palla del 4-1, ma in contropiede a tu per tu con Forster sparò addosso del portierone biancoverde.
A nulla servì la rete del 3-2 per il Celtic, arrivata nel recupero grazie nuovamente a Kris Commons, questa volta su calcio di rigore: l’Inverness quel giorno fece l’impresa che tolse il titolo al Celtic, al quale non bastarono le vittorie contro Kilmarnock, Hearts e Motherwell nelle ultime 3 partite, in quanto i Rangers fecero altrettanto e vinsero il loro 54° titolo.
Alla resa dei conti, fu una stagione decisiva quanto quella attuale, perchè se il Celtic avesse vinto ad Inverness avrebbe, con ogni probabilità vinto quel titolo e avrebbe completato il ten-in-a-row nella passata stagione, la 2019/20…
