St Johnstone 2014 – Una gioia attesa 130 anni

Il St Johnstone è il principale club di Perth, nato nel 1884 e che gioca le sue partite a McDiarmid Park, dopo aver militato a Muirton Park per ben 65 anni.
Ha passato la sua storia tra la prima e la seconda divisione del calcio scozzese, tranne un trienno a metà degli anni ’80 dove ha militato in terza serie.
Non è mai stato famoso per le sue vittorie, non avendo mai vinto il titolo di campione di Scozia e avendo vinto solo trofei minori. Tutto questo però fino alla stagione 2013/14 e all’arrivo di Tommy Wright…
L’inizio del regno di Tommy Wright

Tommy Wright è un ex portiere nordirlandese, la cui carriera da calciatore è stata di tutto rispetto. Dopo aver giocato fino a 25 anni con il Linfield, storicamente la squadra più forte dell’Ulster, si è trasferito in Inghilterra dove ha difeso i pali (spesso come seconda scelta) di Newcastle United, Hull City, Reading, Manchester City, Wrexham e Bolton. Proprio niente male. Successivamente ha iniziato la sua carriera da manager in Irlanda del Nord, tra Limavady United, Ballymena United e Lisburn Distillery.
Nel 2011 è diventato assistant manager di Steve Lomas al St Johnstone. Dopo che Lomas lasciò il club nell’estate 2013, Wright è stato nominato manager dei Saints. La sua prima partita è stata indimenticabile, andando a vincere in casa dei giganti norvegesi del Rosenborg nel preliminare di Europa League.
La sua prima stagione in carica era stata molto buona, con il St Johnstone che era riuscito ad arrivare nella top-6, salvandosi con ben 2 mesi di anticipo. In League Cup, la squadra era riusciuta ad arrivare fino alla semifinale ma, a Tynecastle contro l’Aberdeen, i Saints hanno mancato l’accesso alla terza finale di Coppa di Lega della loro storia a causa di una netta sconfitta per 4-0.
Che solidità!

Nonostante le 4 scoppole subite in semifinale di League Cup, quel St Johnstone era una squadra molto solida, dotata di un’ottima organizzazione difensiva. D’altronde quando il tuo manager è stato un portiere…
Il portiere, Alan Mannus, era ovviamente nordirlandese, mentre il difensore più dotato era Steven Anderson, che nel 2019 ha salutato i Saints dopo 15 anni di onorato servizio al club. A centrocampo Tommy Wright poteva contare sulla qualità di David Wotherspoon e Michael O’Halloran, mentre in attacco spiccava la stella di Stevie May, che quell’anno realizzò 27 reti, meritando il trasferimento allo Sheffield Wednesday. Sempre nel reparto offensivo, è importante ricordare Steven MacLean, che con May componeva una coppia d’attacco completa.
Vi abbiamo parlato della solidità difensiva del St Johnstone. Bene, in quella Scottish Cup i Saints subirono appena 2 reti in 5 partite. Il viaggio iniziò proprio a McDiarmid Park, contro il Livingston che all’epoca era una squadra da metà classifica in Championship: 2-0 con reti di May e Jahic.
Il sorteggio del quinto turno fu benevolo. I Saints furono sorteggiati in trasferta con il Forfar Athletic, club di League One. Non ci fu storia: 4-0 (reti di Croft, Wright, O’Halloran, Dunne) e approdo ai quarti di finale, dove il St Johnstone affrontò in trasferta il Raith Rovers (club di Championship) e vinse per 3-1 grazie alle reti di McDonald, Hasselbaink (Nigel, nipote del grande Jimmy) e Anderson.
Poi la semifinale. I Saints furono sorteggiati con l’Aberdeen, mentre nell’altra semifinale furono contrapposte Dundee United e Rangers, con quest’ultimi che all’epoca erano in League One durante la loro risalita verso la vetta del calcio scozzese.
Tornando a noi, entrambe le semifinali furono disputate ad Ibrox, visto che Hampden Park era in rifacimento per i giochi del Commonwealth. La sfida fu molto vibrante e l’Aberdeen, partito con i favori del pronostico anche grazie alla roboante vittoria in semifinale di League Cup, passò presto in vantaggio con Niall McGinn. Nel secondo tempo però, salì in cattedra Steve May, che con due gol da grandissimo attaccante ribaltò la situazione e portò il St Johnstone a disputare la sua prima, storica, finale di Scottish Cup.
Padroni del Tay

L’avversario della finale del 17 maggio 2014 fu, ironia della sorte, proprio il Dundee United, rivale storico (assieme ai vicini di casa del Dundee) del St Johnstone, con il quale disputano il sentitissimo Tayside Derby, il cui nome è preso dal fiume Tay che passa sia dalla città di Perth che da quella di Dundee.
Nonostante il Dundee United fosse una gran bella squadra, con giocatori del calibro di Andy Robertson (attuale terzino sinistro del Liverpool), Stuart Armstrong (oggi al Southampton), Gary Mackay-Steven, Ryan Gauld (che al termine di quella stagione passò allo Sporting Lisbona) e il centravanti turco Nadir Çifçi.
Anche in questo caso i pronostici erano tutti contro il St Johnstone ma, seguendo proprio lo slogan di quella Scottish Cup (“Defy the Odds“), i Saints riuscirono nuovamente a sovvertire i pronostici.
Davanti a 50.000 spettatori a Celtic Park (di cui circa 28.000 Tangerines e 15.000 Saints), il St Johnstone passò in vantaggio a fine primo tempo con un colpo di testa del solito Steven Anderson, mentre nella ripresa arrivò il gol che chiuse la contesa di Steven MacLean. Il Dundee United le provò tutte, fu onestamente abbastanza sfortunato colpendo due legni, ma alla fine dovette soccombere: il St Johnstone, dopo 130 anni di storia, vinse il suo primo grande trofeo.
