David Martindale, una storia incredibile di rinascita

21 novembre 2020: il Livingston perde in casa contro il St Mirren per 1-0 ed è terz’ultimo in Premiership, anche se “potenzialmente” è all’ultimo posto, visto che precede in classifica proprio il St Mirren e l’Hamilton che hanno rispettivamente 3 e 2 partite in meno rispetto ai Lions.
9 gennaio 2021: il Livingston batte per 3-1 il Ross County, coglie l’ottava vittoria consecutiva (la sesta in Premiership) ed è al quinto posto in classifica, con ben 2 gare da recuperare. E aggiungiamo anche che dopo 14 anni è tornato in semifinale di League Cup, competizione che ha vinto solo una volta nella sua storia.
Un pessimo inizio di stagione

Com’è iniziata questa incredibile serie di vittorie? E’ necessario fare un passetto indietro.
Il 26 novembre, 5 giorni dopo la sanguinosa sconfitta casalinga contro il St Mirren, il manager Gary Holt ha rassegnato le sue dimissioni.
Holt era arrivato al Livingston il 20 agosto 2018, dopo la rescissione consensuale di Kenny Miller, arrivato un po’ a sorpresa sulla panchina del Livi come player-manager. Nelle prime due stagioni ad Almondvale aveva prima raggiunto una salvezza tranquilla, per poi classificarsi al quinto posto nella stagione conclusasi anzitempo causa Covid. Niente male per un club giunto alla sua ottava stagione in Premiership, certamente non un decano nella massima serie.
La terza stagione non è andata come Holt sperava: nel mercato estivo il Livingston ha perso il difensore Ricki Lamie e il talentuoso esterno d’attacco Steven Lawless, oltre ovviamente al centravanti della nazionale scozzese Lyndon Dykes, passato al QPR per la cifra record in uscita per il club del West Lothian di 2 milioni di sterline.
La campagna acquisti non ha dato i suoi frutti fin da subito e, dopo 9 sconfitte nelle prime 15 partite, come detto Holt ha rassegnato le sue dimissioni.
“Sai quando è il momento giusto per andartene. Arrivi al punto in cui ha fatto il suo corso, le sensazioni che provi, come sei ogni giorno. Sono arrivato a testa alta, con il sorriso sul viso e il petto in fuori, e volevo andarmene allo stesso modo”.
– Gary Holt –
Che sterzata!

Come spesso accade, le dimissioni di un manager creano scompensi all’interno di una dirigenza: l’allenatore (o il manager come nel caso del calcio britannico) è il primo responsabile della squadra e non è facile sceglierlo, soprattutto a stagione in corso.
Il Board del Livingston ha scelto una soluzione intermedia, ovvero “promuovere” l’assistant manager di Holt, David Martindale, a caretaker manager, ovvero un manager ad interim in attesa di un manager definitivo.
Le prime 4 partite non hanno lasciato dubbi al club: 4 vittorie in altrettante partite (2 in Premiership e 2 in League Cup) e il 21 dicembre David Martindale è stato ufficializzato definitivamente come manager del Livi.
La situazione da allora non è cambiata: nelle ultime 4 partite i Lions hanno ottenuto altri 4 successi, tra cui un roboante 3-0 inflitto a domicilio all’Hibernian, una delle squadre più solide di questo campionato.
Da sottolineare il rendimento di Jon Guthrie, che da difensore ha già realizzato 4 gol in questa stagione, dei neo-acquisti, l’ala Alan Forrest (fratello di James, giocatore del Celtic e della nazionale scozzese) che, dopo una carriera tra Championship e League One all’Ayr United, è già a quota 11 reti stagionali, il trequartista Josh Mullin, prelevato dal Ross County e che sta avendo un buon rendimento, condito da 6 gol e il terzino sinistro francese Julien Serrano, in prestito addirittura dal Monaco.
Ma il Livingston è anche vecchia guardia: sono stati rigenerati il capitano Martin Bartley, il terzino destro Nicky Devlin e la bandiera Scott Pittman ma la meraviglia di Martindale è stata fatta in attacco, mettendo in panchina il finora abbastanza deludente Jay Emmanuel-Thomas e spostando in attacco Scott Robinson, finora utilizzato (poco) da Holt come centrocampista offensivo e che ha realizzato 4 gol nelle ultime 6 partite, quelle dopo il cambio manager, dopo averne realizzati 11 nelle prime 97 partite con il club.
Dove possono arrivare i Lions? Il quinto posto, che da quest’anno dovrebbe portare al secondo turno preliminare della neonata Europa Conference League, sembra in cascina, ma l’Hibernian è distante appena 7 punti e il Livingston ha 2 partite da recuperare: il quarto posto garantirebbe l’accesso all’europa per la seconda volta nella storia dei gialloneri.
“Giudicatemi per quello che sono ora”

Ma chi è David Martindale, l’uomo che ha cambiato in questa stagione il Livinston?
La sua storia è veramente particolare e merita di essere raccontata.
David è nato nel 1974 a Glasgow, quartiere di Govan (quello di Ibrox, per intenderci), ed è cresciuto proprio a Livingston. Nonostante sia cresciuto nei settori giovanili di Rangers e Motherwell, in carriera ha sempre giocato tra i dilettanti.
Nell’aprile del 2004, Martindale è stato arrestato dopo che il pub di sua proprietà è andato a fuoco senza copertura assicurativa ed è stato coinvolto pesantemente nella criminalità organizzata, in particolare nella fornitura su larga scala di cocaina e nel riciclaggio di denaro sporco. In attesa di giudizio, si è iscritto alla Heriot-Watt University per intraprendere una laurea in gestione di progetti edilizi. Dopo essere stato condannato nel 2006 a sei anni e mezzo, è stato rilasciato quattro anni dopo, ha concluso i suoi studi e ha terminato nel 2014 la sua carriera dilettantistica.
Sempre nel 2014, mentre era impiegato nell’industria edile, è stato coinvolto dal Livingston come volontario part-time, sulla base di raccomandazioni personali e in seguito ad opportuni controlli visti i suoi precedenti, con il suo lavoro che inizialmente consisteva in compiti di allenatore dell’attività di base (bambini di 6-13 anni) e manutenzione del terreno (il cattivo stato finanziario del club all’epoca significava che aveva bisogno di assistenza a costi minimi).
Gradualmente, durante il periodo in cui Mark Burchill era il manager del club, è stato più coinvolto nell’attività di allenatore e nel reclutamento, e ha iniziato a studiare per diventare allenatore, ottenendo la Licenza UEFA B attraverso la Irish Football Association, in quanto è stato più accomodante per i candidati con condanne rispetto ai loro omologhi scozzesi.
Martindale è stato nominato assistant manager di Livingston quando David Hopkin è diventato manager nel gennaio 2016, e quando Hopkin ha lasciato il Livingston nel maggio 2018 dopo aver condotto il club a 2 successive promozioni dalla Scottish League One alla Premiership, ha assunto temporaneamente la direzione della squadra; nell’estate del 2018 gli è stato offerto il posto definitivo di manager, ma ha rifiutato per timore di mettere in imbarazzo il club a causa del suo passato e di essere troppo inesperto a quel punto, ma non sono state giocate partite ufficiali prima della nomina di Kenny Miller, che si è presto dimesso nell’agosto 2018 per continuare la sua carriera di giocatore.
Martindale era stato designato come caretaker manager per una manciata di giorni prima che Gary Holt prendesse definitivamente il comando della squadra, mantenendo Martindale nello staff e affidandogli maggiori responsabilità come “head of football operation”.
Il resto della storia è già stato raccontato, con Martindale che a novembre del 2020 ha preso il posto di Holt prima provvisoriamente e poi definitivamente, ottenendo un grandissimo inizio.
“La società deve essere di mentalità aperta e ci deve essere un processo di riabilitazione per le persone che si integrano di nuovo nella società o saremo bloccati in un circolo vizioso.
– David Martindale –
Giudicatemi per quello che sono ora. Non su chi ero nel 2004″.