Croazia-Scozia 3-1 – il cuore non basta

L’europeo della Scozia finisce, come pronosticabile, con una sconfitta contro la Croazia nell’ultima gara del girone D.
La stampa scozzese si è divisa: c’è chi sostiene che la nazionale di Steve Clarke poteva fare qualcosa di più e chi sostiene che, onestamente, era difficile pretendere una qualificazione ad una squadra che ritornava nel grande palcoscenico dopo 23 anni di assenza.
Ai punti vince la classe

Lo diciamo subito: di tutte le partite del girone, quella con la Croazia è stata l’unica che la Scozia, ai punti, ha meritato di perdere. Se non altro si è dovuta arrendere alla maggior qualità tecnica della Croazia, in particolare di quel fenomeno che porta il numero 10 sulle spalle e che risponde al nome di Luka Modric.
Rispetto alla partita di Wembley, Clarke effettua solo un cambio (forzato) nel consueto 3-5-2 della Scozia: fuori Billy Gilmour, fermato dal covid, dentro Stuart Armstrong. Per la Croazia invece 4-2-3-1, con Brozovic e Kovacic in mediana e Petkovic unica punta.
La Scozia parte fortissimo, trascinata da un Hampden molto rumoroso, ma alla prima occasione passa la Croazia: cross di Juranovic, Perisic salta indisturbato tra McTominay e O’Donnell e di testa serve Vlasic che, indisturbato, trafigge Marshall.
La Croazia potrebbe raddoppiare, ma l’estremo difensore scozzese salva su un bel tiro di Modric poi, lentamente, la Scozia guadagna campo, ha un paio di belle occasioni con Adams e McGinn, e al 42′ arriva il meritato pareggio con McGregor, che riceve un errato rinvio di Vida dal limite dell’area e di destro (non il suo piede preferito) trafigge Livakovic. Si va al riposo sull’1-1.
Ad inizio ripresa la Croazia inizia a macinare gioco e al 60′ arriva il raddoppio. Perisic mette la palla in area, Petkovic la scarica fuori per Kovacic che la scarica per Modric: il pallone d’oro 2018 di prima intenzione, con l’esterno destro da fuori area, trafigge l’incolpevole Marshall. Gol bellissimo.
La Croazia al 77′ perviene al gol che chiude la gara con Perisic, che anticipa Tierney sul calcio d’angolo battuto da Modric e manda agli ottavi la Croazia. La Scozia però esce tra gli applausi di Hampden, che riconosce ai suoi di aver lottato fino all’ultimo secondo.
I 3 motivi di un’eliminazione

La Scozia si presentava agli Europei dopo 25 anni di assenza. Speriamo di non doverne aspettare altrettanti per rivedere nuovamente la Tartan Army a questi livelli.
Potevano fare di più gli uomini di Steve Clarke? Probabilmente nella partita contro la Repubblica Ceca, l’avversario più abbordabile del girone, si.
- Attacco insufficiente – Che Adams era stato visto come il salvatore della patria. In effetti, prima degli Europei, aveva fatto bene, poi quando il livello si è alzato è un po’ sparito. Dykes si è rivelato troppo modesto per questi livelli, mentre Nisbet è ancora troppo acerbo, ma è l’unico veramente di prospettiva. Probabilmente portare Leigh Griffiths al posto di un difensore (Declan Gallagher ad esempio, mai utilizzato) non sarebbe stato un azzardo
- Poca esperienza – Le partite contro la Repubblica Ceca e la Croazia sono state molto simili. Scozia propositiva e tutt’altro che inferiore come gioco alle avversarie, ma punita con cinismo spietato. L’esperienza, a questi livelli, conta moltissimo.
- Portiere e esterno destro non all’altezza – Oltre all’attacco, i due ruoli dove la Scozia deve trovare altrettanti titolari sono il portiere e l’esterno destro. Marshall è stato decisivo in senso negativo contro la Repubblica Ceca, O’Donnell è un onesto mestierante ma a 29 anni gioca ancora nel Motherwell e un motivo c’è.