1991: Rangers, Aberdeen e la finale di Premier League

Il campionato deciso all’ultima giornata nello scontro diretto è il sogno di tanti, non solo dei tifosi ma anche dei giornalisti che potrebbero gonfiare l’evento a dismisura.
Anzi, a dirla tutta non tutti i tifosi “interessati” gradirebbero una situazione simile, soprattutto se l’avversario in questione si trattasse di un rivale storico: vincere sarebbe il massimo, ma perdere sarebbe uno smacco non da poco…

ORFANI DI SOUNESS E DI SIR ALEX

Hans Gillhaus corre ad abbracciare Eoin Jess dopo un gol dell’Aberdeen (foto Daily Record)

La stagione 1990/91 in Scottish Premier League era stata un po’ particolare. Il Celtic, dopo essersi laureato campione nel 1988, era precipitato nell’oblìo e per diversi anni non vinse più il titolo.
L’Aberdeen, dopo un comprensibile periodo di appannamento post-abbandono di Alex Ferguson, si era ripreso sotto la guida di Alex Smith ed occupava la seconda piazza in campionato da due anni. I Dons erano ancora un’ottima squadra: la bandiera Alex McLeish in difesa, Jim Bett a centrocampo, il talentuosissimo Eoin Jess sulla trequarti e soprattutto Hans Gillhaus in attacco, con l’olandese che si era laureato campione d’Europa con il PSV appena 3 stagioni prima.
Di fronte c’erano ovviamente i Rangers, reduci da due titoli consecutivi ma alle prese con una stagione un po’ particolare: vincitori della League Cup e dominanti fino a metà febbraio in Premier League (+7 sull’Aberdeen secondo), in calo successivamente, probabilmente anche a causa delle voci su un possibile abbandono del manager Graeme Souness, passato puntualmente al Liverpool a 4 giornate dalla fine e sostituito da quella che sarebbe diventata una leggenda sulla panchina dei Rangers, ovvero Walter Smith.
Che Rangers erano? Una formazione molto ma molto inglese, con il capitano della nazionale Terry Butcher ed il suo compagno in difesa Gary Stevens, il portiere Chris Woods, l’ala Trevor Steven, il centrocampista Mark Walters e soprattutto un attacco atomico composto da Mo Johnston, Ally McCoist e il grande Mark Hateley.

LA FINALE

Il 2-0 definitivo realizzato da Hateley (foto BBC)

Antefatto: la netta sconfitta dei Rangers a Motherwell alla penultima giornata (3-0), aveva permesso all’Aberdeen di agganciare i loro nemici storici in testa alla classifica. Non solo: con gli stessi punti (53) e la stessa identica differenza reti (+37), i Dons avevano un vantaggio nella terza regola per l’assegnazione del titolo, ovvero quella dei gol realizzati, avendo segnato 62 gol a fronte dei 60 realizzati dai Light Blues. Questo ovviamente comportò il fatto che, nello scontro diretto di Glasgow dell’ultima giornata, i Reds avessero a disposizione due risultati su tre per diventare campioni di Scozia.
In un Ibrox ovviamente pieno in ogni ordine di posto e con una tensione da tagliare a fette, l’11 maggio 1991 le due squadre si affrontarono senza esclusioni di colpo.
L’Aberdeen in apertura di gara ebbe due occasioni clamorose con gli olandesi Van der Ark e Gillhaus ma, come avviene spesso nel calcio, i Rangers passarono in vantaggio alla prima vera occasione: cross di Walters e bellissimo colpo di testa di Hateley a mandare in visibilio Ibrox.
In apertura di ripresa, la rete della sicurezza: tiro di Johnston non irresistibile, il portiere Snelders respinse malamente sui piedi di Hateley che non si fece pregare nel realizzare la sua doppietta.
A nulla valsero i tentativi dei Dons di rientrare in partita, che finì quindi 2-0: i Rangers per la 41a volta nella loro storia si laurearono campioni di Scozia e per i tifosi dell’Aberdeen fu una delusione atroce. Non bastasse il terzo secondo posto consecutivo alle spalle dei rivali, mancava loro solo perdere il titolo all’ultima giornata nello scontro diretto…